giovedì 9 ottobre 2008

HUMOR E POLITICA= OBAMA VS MC CAIN


Obama contro Mc Cain, diretta Sky ore tre di notte. Buoni propositi: seguire lo scontro in pigiama, babbucce e con la brama di sapere tutto prima. Come va a finire, chi vince e sentirsi molto addentrato nella politica estera. Un po’ come durante l’università durante la finale del Superbowl. Facile a dirsi, basta spostare la sveglia qualche ora prima. Ma per chi ha trascorso una giornata di lavoro e sotto le coperte c’è andato a mezzanotte, ecco, alzarsi propriamente alle tre di notte richiede profonde motivazioni, sana incoscienza e propensione al masochismo intellettuale. Aprire una parentesi di dormiveglia a quell’ora stravolge i ritmi circadiani. Non è facile.



E dire che la cravatta di Mc Cain, una regimental salmonata, qualche effetto l’aveva prodotto sulla pupilla appena richiamata a lavoro. Nello sfondo rosso blu dell’ovattato studio spezzava, pur rimanendo pandan, mentre il viola di Obama, di certo elegantissimo e intonato all’altra metà dello studio, produceva un indesiderato effetto camomilla. Purtroppo è stato solo una sensazione iniziale. Alle cravatte ultimamente si chiede troppo, anche di colmare i vuoti dei candidati. I due protagonisti non hanno aiutato a svegliare lo stanco cronista impigiamato, troppo impostati, troppo studiati, troppo perfetti fino a diventare noiosi. Sono convinto che il granitico Mc Cain quando riferendosi al rivale lo ha definito “quello li”, pensava a noi, dall’altre parte dell’oceano, sprofondati sul divano nel profondo della notte italiana alla ricerca di un motivo, dico uno, per giustificare a moglie e amanti l’abbandono del letto coniugale in piena notte. Per entrare nel clima stellestrisce poche ore prima mi ero addirittura costretto alla visione di “the Guardian”, film hollywoodiano che di più non si può , incentrato sugli eroici guardia coste della marina militare statunitense.


Filmone a lieto fine pieno di eroi buoni che lottano contro la natura cattiva e le avversità. Mancava la lotta all’inflazione. E’ servito a poco. Il conduttore poi, impostato come un busto di marmo, ha contribuito all’assopimento generale . Sembrava la versione noiosa di Kent Brokman, telegiornalista goffo e rimediato dei Simpson. Nel cartoon l’anchorman almeno ha ritmo televisivo e soprattutto va in onda di giorno.


Che dire poi del pubblico? L’addetto al casting della trasmissione avrà sicuramente avuto il suo bel da fare per selezionare gente del genere, vestita male e pettinata peggio, privi di una qualsiasi espressione che fosse gioia, rabbia, amore e disaccordo. Erano tutti preoccupati a fissare un punto indefinito nell’orizzonte. Vedere un cinquantenne in tshirt con il berretto da baseball dietro il futuro presidente degli Stati Uniti d’America, nell’ufficialità del tutto, mi ha distolto parecchio dal fulcro del dibattito. Ma il confronto doveva tenersi tra gli americani tipo e così è stato. Agghiacciante interrogativo: quelli sono gli Stati Uniti? povero Mc Cain e povero Obama. Quello non era un pubblico, erano statue di cere prestate da qualche museo di zona. Ci fosse stato uno che avesse fatto una smorfia. C’era un signore con una orrenda camicia rosa abbinata ad una cravatta marrone violastra la cui discutibile versione cromatica mi ha distolto da quel poco che riuscivo a capire del dibattito. Da qui un'altra difficoltà. Capire cosa dicessero i due. La traduzione, simultanea manco troppo, arrivava con qualche singhiozzo e con due tre secondi di ritardo. Se seguivi la lingua originale faticavi, se ti lasciavi coinvolgere dalla traduzione perdevi suspense. La suspense in tv è come la caffeina. Aiuta a rimanere svegli. Nel cuore della notte seguire il tutto senza caffeina, vera e metaforica, non aiuta. Risultato? Mi sono addormentato. Al risveglio il verdetto: quasi pareggio, ma Obama un po’ più avanti. Nemmeno l’amarezza di aver perso qualcosa di storico, se non le ore di sonno. E quelle si che contano, molto più dei sondaggi che ho letto stamattina su tutti i giornali e le agenzie specializzate. Da qui un dubbio: ma siamo proprio sicuri che fossero svegli anche loro?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo: letto con gusto. Realistico, personale, imparziale (raro!!)