venerdì 15 agosto 2008

PREDAPPIO E I COLLI BOLOGNESI

14 AGOSTO ORE 13

Ti accorgi di abbandonare l’Umbria ed entrare definitivamente in Romagna quando incontri motociclisti agguerriti, plotoni di ciclisti altrettanto agguerriti e vecchietti che giocano a carte nei tavolini dei bar lungo la provinciale. Loro sono i più agguerriti di tutti. Indirizziamo la barra verso Predappio e in un’ora di cammino siamo in questo paesino: una manciata di case e poco più. Se non fosse per i natali del Duce, per la cripta della famiglia Mussolini e i negozi di gadget del ventennio questo piccolo centro sarebbe anonimo come Santa Lucia, Santo Pietro in Bagno e qualche altro borghetto simile. Ma Predappio è Predappio. Non a caso è gemellato con ben due paesi, anzichè uno solo come da prassi. Perché un giornalista in vacanza , assolutamente non nostalgico, dovrebbe passare a Predappio? Perché pagare tre euro per vedere la mostra dei fumetti della propaganda fascista allestita nella casa natale del Duce? Perché recarsi in silenzio sulla tomba di Mussolini? Fondamentalmente per capire il motivo che fa di questo paesino un caso singolare di turismo ideologico. Ben cinque negozi di souvenir, due bar, un tabaccaio, un supermercato e un ristorante in meno di quattrocento metri. Tutte attività sul corso centrale vivono grazie al turismo mordi e fuggi che qui arriva, compra una maglietta della X Mas, fa una foto alla tomba di Benito Mussolini, ripassa un po’ di nomi e un po’ di date e magari scopre che Romano Mussolini, uno dei quattro figli del Duce, è stato uno dei jazzisti più apprezzati in Europa. Qui il sindaco è rosso, l’unico camerata rimasto è il titolare del negozio di souvenir “Mussolini.net”. I quattro commessi non sembrano convinti come lui. Potrebbero fingere per compiacerlo. Di questi tempi meglio tenersi stretto il lavoro. Simone e Annalisa invece vendono piadine, da poco hanno aperto un sito internet ( www.predappiopiada.com) e vorrebbero fare un salto a Roma. Il 90% degli affari è dovuto ai turisti qui di passaggio. Pecunia non olet. Simona ci racconta di quando un invasato tutto tatuato e puzzolente è entrato a petto nudo nel locale urlando e spaventando tutti. Per allontanarlo sono dovuti intervenire i carabinieri. Se la pecunia non olet le ascelle di un pazzo ubriaco devono puzzare eccome. “La metà di quelli che arrivano qui sono pischelli fanatici, poi ci sono i nostalgici, i curiosi e le persone ragionevoli”, ci spiega Annalisa. Ho suggerito loro di inserire nel menù la “piadina del camerata”, quella preferita il Duce: otto euro anziché tre. Se gli invasati sono così tanti non baderanno a spese. Se qualcuno torna a Predappio mi faccia sapere se Simone e Annalisa hanno colto l’invito. Io a Predappio non penso di tornare. Ho già dato. Un colpo di gas e si prende la via Emilia. Dritta come il tratto di strada che dalla Pontina conduce a Sabaudia. Intorno alla via Emilia tutto è piccolo. Le case sono piccole, le ferrovie sono piccole, i bar sono piccoli. Le uniche cose grandi: i seni delle romagnole dietro i banconi e le piadine. Non cito i centimetri cubici delle moto giapponesi incontrate sulla strada per non dare loro la soddisfazione della menzione. Sono pur sempre un harleista convinto e in vacanza. Un centinaio di chilometri dopo, un pieno (1,455 euro al litro), qualche curva e siamo sulle colline bolognesi a 5 km da Sasso Marconi. E io che pensavo esistessero solo in una canzone dei Lunapop e ci si potesse arrivare esclusivamente in Vespa. Lord Byron, uno che amava ripetere “squarciate il mio cuore ci troverete scritto Italy” così le descriveva “le numerose vette dell’Appennino presentano la singolare immagine di un oceano di montagne a ondate successive”. Cena a La Grotta ( www.lagrotta1918.it ) a base di ragù bolognese e San Giovese con una comitiva di Bolognesi doc . Si dorme al Le Mingarine( www.lemingarine.it) , bed and breakfast molto bello. Consglio una gita da queste parti.

Benvenuti a Predappio



Superpiadine romagnole



Io, Baby e Angelo mentre ceniamo a La Grotta

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