sabato 3 gennaio 2009

LA TUTA DI PRODI E QUELLA DI FRATTINI



Dipendesse da noi, il passaggio di Romano Prodi alla guida dell’Italia cercheremmo di rimuoverlo se non fosse che ogni tanto qualche perla di saggezza o qualche polemica di elevatissimo profilo ci rammenta da quale alto ingegno sia stato governato il nostro Paese.
Per quanto riguarda le perle di saggezza, valga per tutte l’incipit della ricetta anti-crisi dettata dalle colonne del Messaggero il 31 dicembre: “Facendo un bilancio dell’economia mondiale del 2008, l’unica conclusione è che prima finisce l’anno meglio è”. Ecco il problema! L’avevamo detto che anno bisesto è anno funesto, ma ci mancava l’analisi del bilancio dell’economia mondiale. Ora torna tutto. Ma tant’è.
Quanto alle polemiche d’alto profilo, l’immagine del Professore è riaffiorata nitida dal dimenticatoio nel quale l’avevamo relegata scorrendo sui giornali le ironie che in questi giorni hanno accompagnato alcune immagini del ministro Frattini in tuta da sci, e che fanno il paio con la roboante indignazione che seguì l’immersione di Gianfranco Fini e signora nelle acque di Giannutri e con lo sfottò che fa da immancabile sottofondo alle veleggiate di Massimo D’Alema al largo di Gallipoli, perché il povero D’Alema non è Uolter con le sue figurine Panini e non è nemmeno la Melandri che può concedersi i suoi saltelli a Malindi nei possedimenti di Flavio Briatore e guai a chi la tocca.
Ora, va bene che i pettorali di Obama non si battono e che Obama ha la tessera numero due del Pd e che dunque non c’è partita. Ma è possibile che da noi l’unica immagine di politico ginnico applaudita e consentita debba essere quella del Professore con la tutina attillata da ciclista?
Tratto da www.loccidentale.it di sabato 3 dicembre

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