domenica 11 ottobre 2009

Tutti sui tetti per difendere l'abuso


Fonte: quotidiano Libero


Siamo una società di vittime della moda, non solo se si tratta di portare i pantaloni a vita alta o a vita bassa, le scarpe con tacco o quelle con la zeppa, ma anche in fatto di proteste. Come tutti sanno il trend del momento, per chi ama il fascino di tutto ci che viene d'oltralpe, impone il sequestro dei dirigenti di un'azienda quando ci siano rivendicazioni o proteste contrattuali. Squisitamente autoctona invece, vero e proprio prodotto del made in italy (pare stiano studiando un marchio apposito da presentare alla Ue per la tutela dei diritti) l'occupazibne dei tetti degli edifici che in qualche modo abbiano a che fare con la protesta. Onestamente va detto che il copyright prevederebbe l'asserragliamento in un edificio storico (ottimo il Colosseo come si è visto, perché con il gioco del vedo-non vedo ottiene il massimo del risultato con il minimo dell'impegno), ma si sa che la genialità e la fantasia italiane non possono essere ingabbiate in confini normativi troppo limitati. Dunque il must del momento è il tetto. Così, dopo il sequestro degli impianti natatori di molti circoli romani sotto inchiesta per il sospetto di abusi edilizi, tutti sui tetti a contestare, e poiché poteva anche darsi il caso che la protesta non incontrasse particolare favore popolare, ecco anche la minaccia di buttarsi di sotto, con relativo dispiego di pompieri, materassi e quanto altro fosse atto a scongiurare 11 dramma. A questo punto impressa una notevole cifra emotiva alla protesta e ottenuti giornalisti, forze dell'ordine e curiosi gli indomiti conquistatori di tetti si sono accorti che era venerdi, cominciava il week-end. Impossibile pensare a trattative per la riapertura degli impianti prima di lunedli, le previsioni del tempo minacciavano temporali (puntualmente verificatisi nella mattinata di ieri), poi ci sono le partite. Bali, si sono detti i ribeffi e fra loro l'aspirante suicida, meglio rimandare tutto alla settimana entrante. E sono scesi. Non so come andrà a finire la questione, e neppure se veramente si tratta di casi di abusi edilizi o meno, la faccenda prima opoi si chiarirà, almeno speriamo. Certo è che se veramente si sarà trattato di abusi edilizi owero di stupro col cemento del territorio non riesco a provare neppure un briciolo di solidarietà per nessuno degli attori di questa vicenda, neppure per i bambini che si ritrovano senza piscina per imparare a nuotare. Roma è la città pi bella del mondo, ma anche la città dove di questa bellezza si è fatto strame con il cemento libero e indiscriminato. Si pu vivere senza saper nuotare, ma si muore affogando nel brutto.



Simonetta Bartolini

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