lunedì 12 ottobre 2009

LA SINISTRA STIA ZITTA E PENSI ALLA CEDERNA

Fonte: Il Giornale
Vittorio Feltri


Prendiamo atto. In Italia si pu aggredire il Papa con critiche feroci, la pi ricorrente delle quali riguarda le sue presunte ingerenze negli affari politici del nostro Paese (e questo solo perché lui esprime opinioni legittime come tutte le opinioni, ma non è lecito dire neanche mezza parola sul capo dello Stato, forse perché di estrazione comunista, quindi intoccabile per definizione).

Abbiamo uno strano concetto di democrazia. Le istituzioni sono sacre se incarnate da uomini di sinistra; se invece sono incarnate da uomini di destra, o Comunque non graditi ai progressisti, allora non esistono problemi: diventino pure bersaglio di chiunque voglia esercitarsi nel tirassegno. L'istituzione Quirinale è al di sopra di ogni sospetto, e il popolo è pregato di inchinarsi davanti a chi lo occupa; Palazzo Chigi è pure un'istituzione, ma essendo occupato da Berlusconi, premier di un governo di centro- destra, è un peccato sputacchiarlo. La stampa si adegua: deferenza per Napolitano, insulti per il Cavaliere. E se il Giornale osa sfiorare con una piuma il Signore del Colle, apriti cielo: indignazione, scandalo. Ieri ne abbiamo avuta una prova.

In prima pagina era pubblicato un articolo in cui si raccontava come effettivamente si sia svolta la vicenda del Lodo Alfano bocciato, e quale ruolo abbia avuto la presidenza della Repubblica. La cosa più normale per un quotidiano è riferire i fatti e commentarli. Ma se i fatti non fanno il gioco del Pd, chissà perché gli stessi che protestano per l'insufficiente libertà di informazione, desiderano abolirla del tutto.

Già. Libertà per loro, bavaglio a noi. Piero Fassino ce ne ha dette di ogni colore. E perfino RosyBindi, che a Porta a Porta meno di una settimana fa aveva dichiarato di non leggere il Giornale, stavolta ha ammesso invece di averlo letto (mi auguro non a sbafo) e ha invitato Berlusconi a sconfessarlo, perché certi attacchi a Napolitano sono intollerabili. Per la signora ricostruire in modo veritiero un episodio equivale ad attaccare.

Vabbè, sorvoliamo sulle sciocchezze degli iscritti al Pd ai qualiva riconosciuta l'attenuante della disperazione. Ricordiamo piuttosto ai lettori che la sinistra non sempre ha venerato gli inquilini del Quirinale. L'abitudine a idolatrarli è cominciata quando Scalfaro subentro' a Cossiga, contro il quale gli ex comunisti avevano avviato le procedure per metterlo in stato d'accusa.

Secondo loro, a quel tempo, era giusto spernacchiare il presidente e addirittura mandarlo a casa a pedate. Scalfaro per non fare la fine del predecessore si comportò astutamente: dimenticando il proprio passato di democristiano conservatore, virò a gauche e visse felice e contento sino al termine del mandato.

Ciampi e Napolitano, poi, non hanno dovuto compiere alcun salto della quaglia per schivare grane: erano di sinistra dalla giovane età. Cossiga non fu comunque il primo presidente della Repubblica ad essere bastonato dagli eredi del Pci oggi pretoriani della più alta autorità dello Stato. Fu il secondo. A Giovanni Leone venne riservato l'onore di essere massacrato dai geritiluomini in rosso e di fare quindi da apripista. Lui persona specchiata, grande avvocato, autentico patrizio napoletano. I comunisti organizzarono una campagna mostruosa contro Leone dipingendolo come un ladro, un farabutto, una canaglia, aiutati nell'opera di sputtanamento da una giornalista, Camilla Cederna, icona dei compagni pi spietati, la quale scrisse un libro sul poveraccio, demoleidone la reputazione con argomentazioni talmente infondate che, anni dopo, fu condannata a risarcirlo.

Travolto dai «carrarmati» berlingueriani, il presidente venne costretto, innocente, a dimettersi per essere riabilitato in tarda età, ormai avvilito, distrutto. Il giorno in cui egli sloggiò dal Quirinale, il Pci festeggiò e portò in trionfo l'eroina della diffamazione, la Cederna.

Eccoli i precedenti. Con quale coraggio adesso i compagnucci si ergono a difensori di una istituzione, il Quirinale, che in altra epoca sbeffeggiarono, mortificarono, distrussero?

Dall'assassinio di Leone sono trascorsi trent' anni. E dalle torture a Cossiga (volevano sottoporlo a perizia psichiatrica) diciassette. Fassino non aveva pi i calzoni corti e rammenterà queste pagine vergognose dei partiti in cui ha militato. Con quale faccia fa la morale a noi perché ci azzardiamo a dare un'occhiata a quanto avviene sul Colle?

Stia zitto e pensi alla Cederna invece di bacchetta re il Giornale. Non ha titoli per essere docente di deontologia. Date le intimidazioni provenienti dalla sinistra (le rimandiamo al mittente) non so se sia il caso di offrire un suggerimento a Berlusconi. Massì. Offriamo. Fossimo nei suoi panni, non esiteremmo un minuto a mutare l'assetto dello Stato, correggendo la Costituzione. Qui si tratta di trasformare quella esistente in Repubblica presidenziale. Poiché il presidente lassù sul Colle rappresenta l'unità nazionale, cioè tutti i cittadini, sarà meglio sia eletto dal popolo anziché dal Parlamento che - è noto - agisce secondo logiche politiche e se ne infischia del bene comune. Non è un cambiamento da niente, serve qualche mese per attuarlo.

La sinistra non ci sta? Pazienza. Alle Camere la maggioranza assoluta c'è ed è del Cavaliere. Si fanno due passaggi in Parlamento; dopo di che sarà chiesto un referendum? Si vada alle urne. Voglio vedere chi vince. Se, come ipotizzo, gli italiani diranno sì all'elezione diretta del capo dello Stato, storia chiusa. Polemiche chiuse. Basta giochetti. P.s. Tra l'altro, Gianfranco Fini per una vita ha reclamato una Repubblica presidenziale. D'accordo che ora ha una gamba all'opposizione, ma non credo abbia il coraggio di rimangiarsi la riforma di cui è padre. Non le pare, presidente Berlusconi

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