venerdì 6 marzo 2009

VITAMINE PORTOGHESI PER IL PD


Ma quale Obama e Obama. Vecchi e fuori moda son coloro che nella rive gauche della politica italiana ormai si rifanno al modello americano e al suo messianico presidente. Il mito della sinistra, lor signori del Pd, farebbero bene a cercarlo nei confini nostrani. Dessero una occhiata a Milano, quartiere San Siro, panchina del Meazza quando gioca l’Inter. Troveranno questo signore che si esprime in italo portoghese e quando parla di “Giuventus”, fa riferimento all’eterna rivale bianconera.


Il salvatore, l’unico che potrebbe a questo punto fare il miracolo di rivitalizzare il mesto Pd, mai così in basso nei sondaggi, è questo allenatore di calcio. Obama è già sbiadito nella rincorsa di quei cinque ministri che ha dovuto cambiare perché non adatti al ruolo, affrontare il crollo della borsa e mille altre insidie. Si dirà, ma sorbole, come è possibile che dalle fervide e sempre approfondite colonne dell’Occidentale si innalzi a feticcio della riscossa politica del Pd uno che di mestiere, udite udite, suggerisce a rozzi bipedi pensanti dove o come calciare un sfera di cuoio? Il fatto è che questo signore da quattro giorni ha intasato le pagine dei giornali, sportivi e non, scomodato illustri firme, editorialisti e prime pagine.


Il tutto per aver rovesciato lo schema durante una conferenza stampa. Da accusato ad accusatore. Da colpevole a vittima. Con che tono, che carisma, che lessico. “Qui in Italia c’è prostituzione intellettuale”, ha tuonato. Certo che accostare il termine “prostituzione” al concetto di “intelletto” ha scatenato una reazione sui media che Marco Travaglio se la sogna, ancora imbalsamato, quest’ultimo, nello scontato schema del conflitto di interessi dove da anni l’unico titolare che Travaglio continua a mettere in campo è Silvio Berlusconi. Che barba. Rifondaroli e compagnia cantando hanno invece Vendola, il quale, parla come mangia e quindi, essendo pugliese doc, parla e mangia con gran gusto non risultando mai insipido.


Il Pd d’altro canto è la quinta essenza dello sciapo. Dopo il fallito imprinting all’amatriciana provato da Veltroni ora è il turno di Fransceschini. Alla sua nomina a leader pro tempore del Pd mezza Italia ha riso, l’altra mezza ha esclamato: Francesc…chi?? Ferrara, città d’origine di Fransceschini, è nota per il Castello, meno per virtù culinarie. Uno come l’allenatore portoghese sarebbe perfetto in vista delle Europee per il Pd. Di sicuro farebbe guadagnare qualche punto e poi, contro Berlusconi, dopo il derby calcistico ci sarebbe pure quello politico.


C’è bisogno a sinistra di uno come lui. Magari Moratti riesce a prestarlo agli amici democratici di cui è sostenitore. Anche perché poi per far capire chi fosse Franceschini è stato versato inchiostro a iosa in queste settimane. Mentre voi tutti avrete capito chi è l’allenatore portoghese, nonostante in queste righe si sia accuratamente evitato di chiamarlo per nome e cognome. Josè, il resto vien da sé.
M.R.

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