mercoledì 11 marzo 2009

MATTONE ROSSO LA TRIONFERA'





Predicare è bene, ma edificare meglio. In fondo non c’è da stupirsi se la sinistra alza il suo muro di no contro la proposta del governo di liberalizzare l’edilizia. Anche se il progetto racchiude in sé tutta una serie di parametri di tutela ambientale. Gli ambientalisti hanno bollato l’idea come il primo passo per legalizzare l’avanzata del cemento selvaggio. Il tentativo, nemmeno troppo originale, è di far passare la gauche come colei che difende e tutela l’ambiente. Storia alla quale si è tutti abituati.
Una delle prime regioni ad attuare il piano edile sarà il Veneto del governatore Galan che in una intervista al Mattino di Napoli non l’ha mandata a dire ai suoi oppositori: “Trovo stravagante che ci sia qualcuno che prima ancora di conoscere il testo parta già all’attacco. A proposito del no della Toscana, ad esempio, non mi pare che lì abbiano molto da insegnare al resto di Italia: basta fare un viaggio da quelle parti per rendersi conto di quanta devastazione è stata fatta del mitico paesaggio toscano, sono i soliti vecchi pregiudizi ideologici”. Galan non ha tutti i torti.
Prendete il caso di Capalbio, ridente cittadina di quattromila abitanti, meta ambita di gran parte della intellighenzia romana di sinistra, incastrata tra la Maremma e il mar Argentario. Un quadretto bucolico sovrastato da nuvoli rossi e da calcestruzzo dello stesso colore.
D’altronde è cosa nota che le tonalità della Toscana siano sempre state queste. A Capalbio è accaduto che il nuovo Sindaco eletto nel 2004 abbia fatto arrabbiare mezzo Pd locale. Il primo cittadino capalbiese, Lucia Biagi, eletta con una lista civica, ha mandato all’aria la gestione, diciamo così, allegra, delle edificazioni. Una cosa mai accaduta prima e che ha raccolto l’applauso dei cittadini. “Mezzo partito mi ha dichiarato guerra? era tutto da attendere, ho mandato all’aria i piani di qualcuno”, ammette tranquillamente lei, “bisognava prendere delle decisioni e io le ho prese, tutti si sciacquano la bocca parlando di sviluppo sostenibile, io questo sviluppo sostenibile l’ho messo in pratica e ho messo disciplina, bisogna considerare che su un territorio di 187 chilometri quadrati il Comune riceve una cinquantina di progetti all’anno, se non ci si dà una regolata…”.
La cosa a molti non è piaciuta, ne sono nati litigi aspri, guerre fratricide. “Qui c’è stata gente che a un certo punto voleva ristrutturare pure il forno nell’aia e farlo diventare una casa”, racconta. Finché il sindaco non ha preso carta e penna e ha scritto un libro sulla sua esperienza alla guida della cittadina più glamour a sinistra, sulla battaglia vinta contro il partito del mattone fino a raccontare tutti gli espedienti ai quali i vip che gravitano intorno a Capalbio hanno ricorso pur di edificare.

La voglia di cementificare l’immacolata Maremma è stata negli anni in parte giustificata dal Piano di miglioramento ambientale. Funzionava più o meno così: acquistavi un terreno, piantavi qualche albero di ulivo, si fingeva di dare avvio ad una impresa agricola, fino a chiedere l’aumento delle cubature.
Non c’era da stupirsi se poi da una vecchia stalla saltava fuori ben altra costruzione, che caso vuole, molte volte “ veniva costruita sempre in cima alla collina per vedere meglio il mare”, racconta Cesare Fociani, coordinatore capalbiese del Pdl, “questi ipotetici imprenditori agricoli se ne sono sempre infischiati del rispetto dell’ambiente”. Da che parte politica stessero questi novelli imprenditori della terra? “ Scopro l’acqua calda se dico che da queste parti son quasi tutti di sinistra”, risponde Cesare con la tipica cadenza maremmana, “certo qualcuno che poi le cose le ha fatte seriamente ci sta pure, ma sono la minoranza”.
E questo nuovo sindaco?
“La Biagi si è trovata davanti una situazione difficile, male non ha fatto, ma secondo me ha chiuso il cancello dopo che le vacche erano già belle che uscite”. E mezzo Pd locale che le si è rivoltato contro? “prima erano abituati in un modo, la Biagi ha messo giustamente dei freni”, l’analisi di Fociani. Rimane il fatto che nessuno di questi importanti personaggi di sinistra ha tuonato perché la stalla o il fienile diventava qualcos’altro. Nessuna denuncia sull’Unità a piena pagina insomma.Il sindaco rimanda alla lettura del libro, dove, tra le altre cose, racconta la vicenda di una moglie di un vip interessata a tutto fuorché alla tutela dell’ambiente.

Anche qui niente nomi, ma se è giusto dire il peccato e non il peccatore, gustoso è sapere che questi personaggi difensori del verde altrui, appartengono quasi tutti a quella sinistra che oggi si indigna per la proposta di Berlusconi. Di una cosa è certa la prima cittadina, questa battaglia contro il partito del mattone i cittadini l’hanno capita ed apprezzata. E proprio per questo che senza indugio e anche contro le vetuste logiche di partito si candiderà nuovamente a sindaco.

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