lunedì 1 dicembre 2008

Il doppio significato su 40 euro


Da due giorni Sky Tg 24 conduce una martellante campagna contro l'intenzione del governo di aumentare dal 10 al 20 per cento l'iva sugli abbonamenti alla tv satellitare. Lo si può capire, nessuna azienda festeggia l'aggravio di tasse sui suoi prodotti, anche se il tono con cui Tom Mockridge conduce la sua battaglia sembra un po' troppo stentoreo e minaccioso.


Sky ha comunque buone ragioni da accampare: le aziende che operano sul fronte delle tecnologie avanzate andrebbero alleviate di tasse e balzelli perchè sono all'avanguardia nel produrre sviluppo e occupazione. E sebbene Sky goda operi da anni in condizione di sostanziale monopolio si è dimostata in grado di crescere oltre ogni previsione. Non fosse per il fatto che il governo è costretto a raschiare il fondo del barile, verrebbe da dire che quelle risorse sarebbe meglio trovarle altrove.


Quello che invece stupisce fino ad essere esilarante è il fatto che il Tg3 batta sulla stessa notizia con foga addirittura maggiore della stessa Sky: l'aumento dell'Iva per le famiglie "parabolate" è diventato una specie di ossessione per l'ex TeleKabul e poi a ricasco per tutta la sinistra.
Il Pd veltroniano ne ha fatto subito la sua nuova crociata: "giù le mani dagli abbonati Sky", in nome ovviamente del mai sepolto conflitto di interessi (anche se l'aumento riguarda pure Mediaset) e con la la pretesa di dimostrare che il governo che doveva abbassare le tasse invece le aumenta. Come se la pay-tv fosse un bene di prima necessità di cui nessuno può fare a meno.
Ma la cosa più incredibile è che questa difesa in armi di 4 milioni di famiglie che si troveranno 4 euro in più al mese sul conto televisivo arriva dopo settimane in cui, Tg3, l'Unità, e di nuovo tutti i vertici del Pd hanno sputato contro i 40 euro al mese che il governo intende dare alle famiglie più povere. Quei 40 euro per Veltroni & Co. sono una vergognosa elemosina, una carità pelosa, un ricordo osceno delle vecchie tessere annonarie di mussoliniana memoria. Invece 4 euro in più alle famiglie munite di parabola e magari di schermo al plasma sono un ignominioso salasso, un tradimento delle promesse elettorali.


Ovviamente la sinistra fa i conti con le proprie tasche prima che con quelle dei cittadini: 40 euro, per chi ci compra due etti di pata negra nella boutique alimentare sotto casa al centro di Roma o Milano, sono in effetti "un elemosina". E non si pensa che con quei 40 euro in un discount di periferia ci si riempie il carrello. Mentre aumentare l'Iva a Sky (e a Mediaset) non è un modo come un altro per finanziare quel genere di misure, ma solo e sempre la vendetta del Caimano.


(da loccidentale.it - l'uovo di giornata)

1 commento:

Leogan ha detto...

Giusto per capire, il fatto che a decidere dell'aumento dell'IVA (notare, solo sugli abbonamenti, non sulle pay-per-view del digitale dove Mediaset fa bei soldini) sia il proprietario di Mediaset, non puzza un po'?
Non sembra a un liberista che questa sarebbe stata una cosa da evitare come la peste? Oltre al fatto che aumentare le tasse decisamente cozza contro le promesse in campagna elettorale.
E' che viene il sospetto che in tempi di crisi economica, se si devono racimolare soldi perché la lotta all'evasione fiscale è stata di fatto sospesa (che cosa inaspettata!!), questo governo metta le manio in tasca a categorie e strati sociali che pensa che non lo abbiamo votato, fregandosene della logica e del bene collettivo del paese.
Se questo modo di agire viene giustificato, allora se in futuro il centrosinistra tornerà al governo e farà cose "turche" a quelli che riterrà elettori non del suo bacino, come ci si potrà lamentare?